Giugno 28, 2014 News Nessun commento

Il mondo dell’illuminazione d’interni attraversa una fase di transizione dopo la recente direttiva emessa dall’Unione Europea che proibisce la vendita delle lampadine a incandescenza. Personalmente, ma siamo in tanti a condividere questa convinzione, trovo questa scelta del tutto inopportuna e per una precisa serie di motivi che andrò a evidenziare.

Va premesso che l’eliminazione delle lampadine a incandescenza, in mancanza di una diffusione capillare ed economica della tecnologia led ci spinge a sostituirle con quelle fluorescenti, che vengono proposte e consigliate come prodotti convenienti ed efficienti. Il risparmio però lo paghiamo molto caro poiché questi strumenti luminosi sono pericolosi per la salute e rappresentano pure una vera bomba ecologica, estremamente perniciosa per l’ambiente.

Il motivo principale è che queste lampadine producono luce grazie ai vapori di mercurio, altamente tossico anche se presente in quantità minime. Inalare i vapori di mercurio che possono sprigionarsi in caso di rottura di una LFC (lampada fluorescente compatta) può avere sulle persone e in particolare sui bambini, effetti dannosi e come si è dovuto constatare in qualche caso fortunatamente isolato, anche letali.

E non è tutto, le LFC generano fino a un metro di distanza, potenti campi elettromagnetici e pertanto non dovrebbero mai essere utilizzate sulle lampade poste sui comodini e su quelle delle scrivanie. La lista dei rischi è lunga, c’è l’emissione di radiazioni UV-B (ma anche UV-C) riscontrabile nelle fluorescenti prive dell’apposita protezione e il fatto che la generazione di campi elettromagnetici va a contaminare la rete elettrica domestica, generando quella che viene definita “energia sporca”.

Altro grosso problema nasce dallo smaltimento di questi prodotti. Da una piccola indagine empirica condotta in Penisola per strada, chiedendo a conoscenti, ho riscontrato che molti ignorano la presenza del mercurio nelle LFC e che la tendenza diffusa è quella di buttare le lampadine sostituite per usura o malfunzionamento nell’indifferenziato, un gravissimo errore.
La sommatoria dei pochi milligrammi di mercurio contenuti in ogni singola LFC determina alla fine quantità importanti e devastanti. Nemmeno ho visto da nessuna parte in Penisola Sorrentina, gli appositi contenitori che ho invece notato in molte città dove sono stato recentemente; carente quando non assente la comunicazione ai cittadini da parte delle amministrazioni locali e posta la domanda ai miei figli che frequentano uno la scuola elementare e l’altra la media, se a scuola si facesse informazione su un argomento così importante, le risposte sono state entrambe negative.

Scoraggiarsi di fronte a tante omissioni in questa fase serve comunque a poco, meglio pensare positivamente e parlare del futuro prossimo e cioè dei led.

Il led è un trasduttore elettro-ottico, in pratica una sorgente luminosa, ma ciò che lo rende interessante e vincente al punto da renderlo un riferimento, cioè qualcosa che sta per entrare prepotentemente in tutte le case, sono le sue tante virtù.

I led consumano pochissima energia, hanno una lunga durata essendo la loro vita media pari ad almeno 50.000 ore di funzionamento, presentano dimensioni ridotte e sono soddisfacentemente sicuri per la salute.

Inoltre lavorano a bassa temperatura e quindi nei mesi caldi il risparmio si estende alla minore quantità di energia necessaria al condizionamento degli ambienti.

Alla luce delle conoscenze odierne anche lo smaltimento dei led non presenta problematiche e richiede semplici precauzioni per la presenza di modeste tracce di metalli.

Attualmente il loro impiego è ancora limitato, li vediamo nelle torce, in forma di strisce vengono usati sotto ai pensili delle cucine, all’interno degli armadi e timidamente comincia ad apparire in commercio qualche lampadina. In realtà le migliori aziende italiane del settore, in primis l’Artemide, hanno già in produzione sia lampade da tavolo che da terra, da parete, a sospensione nonché sistemi di proiettori e faretti con sorgenti led.

La tecnologia led non è semplice, inoltre il rapporto in watt tra una fonte luminosa a incandescenza e una a led varia tra 1:5 e 1:7 il che significa che per ottenere la stessa luminosità di una lampadina alogena, occorrono molti led. Nonostante tutto, nemmeno possiamo affermare che i led attuali rappresentino la perfezione, la loro luce possiede il limite di avere un tipo di emissione piuttosto fredda.

Il parametro della temperatura della luce, che può essere calda o fredda e si esprime in kelvin, non basta a caratterizzare una sorgente che fornisca all’occhio umano una percezione ottimale dei colori e generi il tipo di luce che conferisce all’ambiente quel senso di calore che mette il fruitore a proprio agio. In pratica anche se i led “warm white” scendono fino a 2600K e quindi dovrebbero generare una luce calda, a parità di temperatura una lampada a incandescenza produrrà sempre una luce più gradevole e riposante.

Per questo motivo, quando al Modulo progettiamo l’illuminazione di un appartamento, ma anche di un locale pubblico, utilizziamo le lampade a led sempre in combinazione con alogene, se si tratta di un’abitazione e con ioduri metallici se di un ambiente pubblico, come un ufficio, un albergo o un negozio. Queste combinazioni rappresentano il connubio ideale in termini di resa luminosa, confort ambientale e risparmio energetico, sempre che il progetto illuminotecnico sia eseguito con la dovuta perizia.

Le lampade a led non sono tutte uguali e anche in questo campo le differenze di qualità sono evidenti, il che vuol dire con un banale esempio, che una striscia di led economici presenterà nel tempo visibili e antiestetiche differenze nella tonalità e nell’intensità della luce emessa dai singoli componenti.

Altro aspetto è l’alimentazione, lavorando in bassa tensione è sempre necessario un alimentatore e se si sbaglia per errore di calcolo o per bassa qualità, le lampade possono presentare l’effetto flicker cioè un antipatico sfarfallio.

In definitiva, in attesa del prossimo step, già in fase di studio da qualche anno e cioè la tecnologia OLED (organic led), sarà il tempo e l’evoluzione dei prodotti led che li renderà sempre più economici, a correggere l’errore commesso con l’abbandono delle vecchie lampadine e con l’incauta promozione delle LFC, di cui dobbiamo sapere che il risparmio ottenuto non compensa alla resa dei conti, i danni che stiamo tutti subendo. Se si sia trattato di decisioni scaturite da semplice incompetenza o da pressioni economiche è un aspetto relativo che però mi induce una riflessione: in Italia siamo tutti indignati e con ragione, per gli sprechi e i costi eccessivi della politica, ma c’è qualcos’altro di cui non si parla mai. E sono le esorbitanti spese che tutti noi cittadini UE sosteniamo per il mantenimento di svariate migliaia di burocrati, che dislocati tra Bruxelles, Strasburgo e altre gradevoli città del circuito amministrativo europeo, passano il tempo a occuparsi di problematiche in massima parte futili o del tutto irrilevanti, specie se viste nell’ottica di un momento di crisi come quello attuale.
Ecco, questo è un costo che vorrei presto vedere contestato e cassato.

Written by Lello Gargiulo